Day 256
L’editto bulgaro
16/05/2019
Alla luce della notizia del giorno a tema scolastico, ovvero la sospensione della collega perché non ha censurato una presentazione di alcuni studenti – in cui accostavano il decreto sicurezza alle leggi razziali – prima che la esponessero in classe, mi ritrovo a fare un esame di coscienza.
Cosa potrei aver scritto di male sul Ministro dell’Interno con delega a tutto quello che gli pare e piace, in questi tre anni di blog, per essere tacciato di un simile trattamento?
Dunque, vediamo… ho scritto due lettere pubbliche al ministro Bussetti (II/348 e III/164) da profondo simpatizzante della Lega, mosso dal desiderio estremo di liberare le gloriose scuole nordiche dal lurido tanfo degli insegnanti meridionali. Molti non le hanno capite, accusandomi di essere uno schifoso razzista o compiacendosi per i miei toni, a seconda del colore politico di appartenenza. Ma mi leggono soprattutto colleghi insegnanti meridionali, dei quali purtroppo si conoscono i difetti, anche talvolta nella comprensione del testo… “devono impegnarsi di più!”
Poi, recentemente – III/246 -, ho dato dei suggerimenti direttamente al Capitano (mi sa che l’ho proprio chiamato così) per superare il megasuperfondamentalissimo problema delle divise che rendeva insonni le mie notti e che tuttora mina l’integrità del sistema scuola più di ogni altra cosa, consigliando ulteriori strumenti oggi indispensabili (non avrete mica dimenticato il crocifisso portatile in ghisa per convertire i compagni di classe infedeli?)
Non ho ancora messo striscioni sul balcone. Primo, perché non ho un balcone; potrei metterlo sul tetto e aspettare che mi inquadri il satellite di Google Earth&Maps, ma la signora che possiede il terrazzo che mi fa da tetto l’altro giorno indossava una sospetta felpa verde e temo non sia propriamente prof-friendly. Secondo, perché nel paesello in cui mi trovo, quando va bene, passano solo monaci e pellegrini, senza alcuna velleità di potere secolare.
Non ho fatto selfie a tradimento. O meglio, non recentemente. Ricordo che a Torino ho osservato una coppia che cercava la giusta angolazione per una foto con il Castello del Valentino alle spalle. Quando finalmente si sono messi in posa per lo scatto, allontanandosi dalla fotocamera, sono passato in mezzo in bicicletta, in piedi sui pedali in una posa gotica da putto di fontana. Mi pare che quell’uomo, anche se indossava una divisa, non fosse lui.
(fiuuuuuu… mi sono corretto in tempo nello scrivere quest’ultimo pronome, ogni tanto non riesco a scrivere bene la U e la confondo con una consonante qvalche riga più in giù della tastiera. E’ un gvaio che mi capita pvrtroppo abbastanza spesso).
Infine, non ho mai usato sul blog parole che come dire… formano assi semantici con insostenibili stereotipi tipicamente italiani. In compenso mi piacciono gli acrostici, ma questo non è ancora reato.
Magari più indietro nel tempo avrò scritto qualcos’altro di compromettente che al momento non ricordo, ma… insomma, per adesso ho ancora la coscienza a posto… durerà?
Il prof emigrante
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Note
(Per le forze speciali che verranno a prendermi in serata: si scherza, eh…)