Il Prof Emigrante – Anno III – Parte III – “Rotolando verso Sud”

Day 269

Dalla seconda lettera agli elettori europei

29/05/2019

In quel tempo egli si recò alle urne, speranzoso che il suo singolo voto potesse confluire in un tripudio di democrazia.

Egli vide, all’ingresso della scuola ove crebbe da fanciullo trentacinque anni orsono, una docile coppietta in età matura, intenta ad osservare il tabellone delle liste.

Costui indicava ad ella un nome e una lista; lei guardò il consorte con lo sguardo pieno di amore e devozione, poi gli chiese in un antico volgo locale:
“Si ci dugnu u votu a chissu, tutti ddi bastaddi nìuri si nni tonnunu a so casa?”
(trad. “Qualora dovessi accordare la mia preferenza a questa compagine, tutta la popolazione pigmentata in maniera più accentuata, dalle incerte origini familiari, tornerà alla loro dimora d’origine?“).

Lo sguardo d’amore non venne ricambiato, tutt’altro. Lo sposo le si rivolse con malcelato fastidio:
Cchi ******* mi ni futti a mìa di unni si nni vanu! Fozza, spicciamuni, ca ama gghiri a’ missa” (Trad. “Non è poi così rilevante ai fini del mio futuro la destinazione verso cui proseguiranno il loro cammino. Orsù, cerchiamo di fare in fretta, perché dobbiamo andare ad esercitare la nostra professione di fede nella funzione domenicale“)

Egli, archiviato siffatto siparietto come manifestazione del folclore locale, procedette verso l’aula ove finalmente avrebbe potuto esercitare il proprio diritto. Si fermò ad ascoltare altri popolani in fila.

Uno di questi lo vide, lo salutò e gli porse testimonianza d’affetto per i recenti lutti. “Tua madre, fortunata, non è vissuta abbastanza per poter vedere una tale deriva autoritaria! Le ultime elezioni libere, l’anticamera delle tenebre che si riversano sul nostro futuro, il ritorno del medioevo più cupo che ormai ci attende. Stai attento, prof emigrante, sarai regionalizzato e non tornerai MAI PIU’“. E così facendo si voltò a diffondere il suo verbo ad altri.

Egli lo riprese a sè. “Amico mio, in verità ti dico: non è che il tuo pensiero volge alla catastrofe ben oltre le reali aspettative? L’alternanza c’è sempre stata e ci sarà sempre; fra uno, due, cinque o dieci anni saremo di nuovo qui a salutarci, in un clima nuovamente diverso.

Ma il popolano non volle ascoltarlo e continuò a sproloquiar con maggior dedizione verso immature e giovani menti, infastidite per aver temporaneamente interrotto la loro relazione con l’orpello socio-comunicativo ben saldo nelle loro mani.

Risorto infine dall’oscura ed anacronistica cabina elettorale, Egli uscì da quell’edificio e come 5 o 10 anni prima, al fianco della sposa, respirò la stessa buona aria ai piedi della montagna fumante, di fronte all’azzurro mare.

Poco prima di condividere siffatta riflessione con ella, si imbatté in un gruppo molto attivo nelle discussioni. Colui che fungeva da capo dell’adunanza, un noto frequentatore dei sedili della piazza centrale, teneva un discorso con toni da battaglia sulla necessità di mandar tutti a casa, stavolta senza accennare al colore.

Anche questo si esprimeva in un volgo colorito: “S’ana futtutu i soddi ppi cinquantanni! Basta ca ieru a scola, ca studiaru! Tutti sti prufissuruni, di cca bbanna e di dda banna. Si, studiaru sulu comu mindiraccilla ‘ndo #### a tutti pari! Ca appoi… cchi ****** pensunu, ca ni sanu cchiossai di mia ca mi nni vaiu a zappari di quannnu aveva chinnic’anni e mi spaccu u #### tutti u jonnu, da’ matina a sira!? Ammenu uora spatti mi pavunu e mi pozzu passari occa ppiaciri supecchiu!

(Trad. Hanno occultato in maniera illegale il denaro degli italiani per circa mezzo secolo! Ah, codeste persone di cultura, indipendentemente dalla loro estrazione politica. Sono profondamente convinto che abbiano studiato solo al fine di perpetrare violenza… “finanziaria” ad ognuno di noi! E poi, infine, mi chiedo. Cosa diamine credono? Di saperne più di me che mi dedico a lavori manuali da quando avevo quindici anni, distruggendomi di fatica e lavoro per tutta la giornata? Almeno ora percepisco anche il reddito di cittadinanza e posso avere ulteriori opportunità di spesa!).

Egli strinse la mano della sposa e si incamminarono insieme, in silenzio, verso la casa del padre.

E vide che era cosa buona: Almeno le sue lasagne domenicali non avrebbero votato senza cognizione di causa.

Il prof emigrante
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Continua nel PhotoDay 274 – Terre d’Abruzzo

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