Il Prof Emigrante – Anno III – Parte III – “Rotolando verso Sud”

Day 339

CDTMDV: “Il tempo delle rimpatriate”

07/08/2019

25 anni fa avevo 18 anni, era l’estate del diploma e di lì a qualche giorno sarei partito per la prima vacanza all’estero con 5 amici della classe, 13 gg a Parigi ancora FIN TROPPO vivi nella mia memoria, il tutto a compensare una gita di quinto anno mai fatta per via di occupazioni, notti passate in classe a dormire a scuola sui banchi e altre manifestazioni “di moda” al tempo.

(Lo scrivo tranquillamente. Ormai è tutto andato in prescrizione)

Il tempo della scuola per me è stato piuttosto opaco, mai particolarmente “popolare”, qualche buon amico, fidanzate neanche a parlarne, tanti episodi divertenti da ricordare, qualcuno certamente da dimenticare.
Tempi, fortunatamente lontani da ogni punto di vista, che ricordo comunque con un velo di nostalgia. Avessi di nuovo 16 anni, con la testa di oggi, non sarebbe certo male.
Con molti compagni è rimasto un buon rapporto, cresciuto e coltivato nel tempo, incontri di gruppo quasi annuali, che dovevano culminare nella festa di lunedì sera, il “diploma d’argento” per i 25 anni.
Beh, il “grande evento” è stato un flop. In piene ferie estive solo 9 partecipanti su 21, con molti impossibilitati a partecipare perché hanno preso diverse strade di vita nel mondo, il tutto è stato riconvertito in una pizza fra ex compagni, senza famiglie al seguito, accompagnata da una passeggiata notturna al porto di S. Maria La Scala, dove ci si incontrava quando c’era uno sciopero o si marinava la scuola (parlo di loro, papà che mi leggi sul blog… esclusivamente di loro).
Con 25 anni di esperienza alle spalle, fra matrimoni falliti, lavori pluricambiati, figli da educare con una generazione umana e almeno 10 generazioni tecnologiche di distanza, esperienze da condividere, voglia di restare giovani al di là della oggettiva realtà, progetti per il futuro e una buona dose di mojito non particolarmente efficace… È stata una splendida serata.
Come se questi anni non fossero mai passati, la confidenza fra noi era la stessa di allora, i rapporti personali, gli scambi di battute, le personalità evolute ma non rivoluzionate, una maturità che ha permesso di smussare le varie “grezzitudini” della gioventù e far maggiormente apprezzare la compagnia.
Insomma, una bella serata.
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Note
1) “Stanno finendo“, l’ho già detto, vero?
2) Ho usato l’espressione “marinare” la scuola. Maggiormente corretta e vicina alla lingua italiana, sicuramente. Ma quanto è musicale il nostro siculorientale “caliare” la scuola?
3) Abbiamo chiuso la serata alle 02.35. A casa alle 03.00, mi sono messo nel letto di mia figlia (che ha approfittato del mio posto vuoto) per non disturbare. Materasso innaturalmente morbido e notte quasi totalmente in bianco. L’indomani da incubo vissuto a mezza palpebra, ieri sera a letto alle 22 senza neanche salutare. Non ho più il fisico per queste cose! 😃
4) mentre si ricordavano gli episodi scolastici, inevitabilmente si parlava degli insegnanti e di tutto quello che abbiamo combinato loro. Tempo fa ho fatto un Day sul vivere le esperienze da entrambi i lati. Ecco, mentre tutti ridevano, l’altra sera mi mettevo nei panni dei miei prof più bersagliati. Finora sto riuscendo ad evitare di essere trattato come loro, spero di tenere così nel tempo.
5) Parlando con un mio amico, nel pomeriggio, avevo accennato al mio impegno della serata. Mi ha liquidato con un “Che sei pazzo? Ma io neanche sotto tortura andrei ad una rimpatriata della mia classe! Dio ci scansi e liberi!“. Evidentemente questo genere di piacere è sempre e del tutto soggettivo.

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