Il Prof Emigrante – Anno III – Parte III – “Rotolando verso Sud”

Day 255/1

Gli occhi delle mamme (post serio del giorno)

15/05/2019

Non avevo mai partecipato ad un GLH prima di questi ultimi mesi.

Si tratta, per i profani, di una riunione che vede coinvolti l’intero consiglio di classe, i medici rappresentanti dell’ASL di competenza e i genitori dell’alunno portatore di una qualche forma di disabilità, il cui scopo è verificare che per il ragazzo si stiano prendendo tutte le misure necessarie per la buona riuscita del processo formativo in termini di inclusione e raggiungimento degli obiettivi scolastici prefissati.

Beh, non ho molto da dire dal punto di vista tecnico-procedurale, non avendo mai voluto occuparmi di sostegno (in tal caso, piuttosto che come “il prof emigrante” scriverei come “il prof di ruolo o comunque in assegnazione provvisoria sotto casa” – Si, come nome della pagina è un po’ troppo lungo), ammetto candidamente di non averne le competenze.

L’impressione è di una riunione positiva per gli studenti, in cui davvero si evidenzia una certa sinergia e comunione di intenti fra le componenti coinvolte.

Quello che però mi ha colpito è una componente particolare, quella dei genitori. Ho osservato con attenzione e stupore le mamme e il loro atteggiamento in un momento così emotivamente – credo – pesante.

Occhi pieni di dignità, con lo sguardo mai rivolto verso il basso;

Occhi che mostrano fermezza nel sostenere un dialogo con dieci o più altre persone sulle problematiche che affronta il proprio figlio;

Occhi che nascondono un cuore lacerato da chissà quali pensieri o difficoltà vissute a casa, quotidianamente negli anni, per tirar su questi ragazzi;

Occhi che tremano dal dolore nel sentirsi dire che talvolta anche gli obiettivi minimi possono essere visti come un miraggio;

Occhi che vivono l’angoscia di dover prima o poi effettuare una scelta difficilissima fra seguire la programmazione regolare con concreto rischio bocciatura multipla o la programmazione differenziata che li porterà dopo cinque anni ad un qualcosa che vale poco più di un attestato di frequenza.

Sono occhi che, al rientro a casa, in ogni caso si sgraneranno di fronte all’abbraccio dei loro figli. E se dovesse uscire qualche lacrima, sarà per la gioia dell’amore che da essi ricevono.

Occhi da ammirare davvero, al di là di ogni ragionevole dubbio.

Il prof emigrante.

 


Continua nel Day 255/2 – Il rumore di fondo (post faceto del giorno)

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