Il Prof Emigrante – Il resto dell’anno – parte II (dal Day 186 al Day 266)

Day 266

Volti rigati

15/05/2017

(Airport Live n. Chennesò)

Vengo da una fine aprile e un inizio maggio abbastanza tosti. Due “lunghi” bisettimanali intervallati da 3 giorni a casa per il ponte del primo maggio, hanno fatto quasi un mese intero di assenza.

Adesso sto ripartendo dopo il solito weekend passato insieme, giorni felici, ma con l’ombra della sua fine imminente (già 10 minuti dopo il mio arrivo) e l’ansia crescente di dover prima o poi parlare del futuro e prendere qualche decisione che però stiamo procrastinando al più tardi possibile, ben sapendo che il 20 Luglio non è lontanissimo e non sono particolarmente ottimista.

Quantomeno, da qui alla fine della scuola tornerò giù ogni settimana, mentre i rientri durante la maturità restano ancora un’incognita.

Adesso posso dirlo, dopo 8 mesi di questa vita. È arrivata l’abitudine? No. Abbiamo metabolizzato il pendolarismo agonistico? No. È normale tutto questo? No. Anche stamattina, complice il giorno di vacanza, ho abbracciato lacrime e il solito devastante: “Papà, non te ne andare!“.

Una situazione (di merda) in cui il pensiero ricorrente, quello che sento dire più spesso (“dai che sta finendo!“) resta una frase vuota priva di conforto reale. Qui non sta finendo proprio nulla!

E pensare che i volti rigati di cui vi volevo parlare erano altri. Ho portato i miei figli al cinema a vedere La Bella e La Bestia.

Che dire? Nonostante per l’intero film non si possa parlare mai di “effetto sorpresa“, in quanto ricalca in maniera più che fedele l’originale Disney del 1991, alla fine io e Lei siamo usciti semidistrutti (ok, Lei molto più di me, che avevo gli occhi lucidi per della polvere negli occhi) sotto lo sguardo perplesso e un po’ imbarazzato dei nostri ragazzi.

Bòn, essere trasferiti a Torino per qualche anno non è grave come diventare a vita un candelabro o un orologio da tavolo e, se dovessimo riuscire a gestire la cosa nel tempo in modo razionale, non dovrebbe lasciare segni permanenti.

A parte il “bòn” di prima naturalmente.

Il prof emigrante

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Note:

1) Le settimane precedenti mi hanno visto bloggare molto poco perché ho dovuto lottare contro un nemico che mi ha tenuto testa più che dignitosamente, ma che alla fine sono riuscito a sconfiggere: il documento del 15 Maggio.

2) Lei ha giustificato le lacrime alla fine del film con la “tempesta ormonale” che ci colpisce in questi momenti di instabilità emotiva. Le ho ricordato che nel 1998, quando uscimmo dal cinema dopo aver visto Titanic, Lei si riprese solo 3 giorni dopo (chiamandomi peraltro Jack), e in quel periodo non aveva alcuna instabilità emotiva.

3) Se il proffollower più attento dovesse avere l’impressione di aver già sentito un day con gli stessi temi… È la mia stessa impressione, ma comincio a non ricordarli tutti

4) Non ci crederete. Accanto a me una coppia in cui lei sta togliendo a lui i “puntini neri” dalla calotta cranica senza alcuna vergogna.

5) Bòn, basta così.

6) Oh, no. Ancora questo “Bòn“.

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