Venerdì pomeriggio, 7 Giugno, ultimo giorno di scuola, ore 14.30, temperatura 35°, temperatura percepita intorno ai 44°, neanche un soffio di vento a rinfrescare il grosso edificio di cemento nel quale abbiamo lavorato in questi ultimi 10 mesi. Fuori dalla finestra mancano solo i colossi della Monument Valley sullo sfondo e i rotoloni di rovi che solcano il deserto sospinti dal vento.
Il Consiglio di Classe è convocato per le 15.00, ma lui, lo spietato Cacciatore di Teste (CdT), è già seduto nell’aula deserta dalle 13.01, da quando cioè i ragazzi sono usciti festeggiando l’ultimo istante di un lungo e pesante anno scolastico. Ha mangiato un panino bio/vegan, sorseggiato una spremuta di mango del Guaranì e ricontrollato minuziosamente il suo doppio registro: alunno per alunno, voto per voto, assenza per assenza. Sa di essere l’unico docente dell’intero istituto ad aver comprato un registro personale cartaceo, quando noi tutti ormai utilizziamo esclusivamente quello elettronico, perché – parole sue (della cui simpatia ed originalità va felicemente orgoglioso) – “data volant, scripta manent” e, soprattutto, non vuol farsi vedere dagli studenti mentre armeggia con lo smartphone o il tablet in aula, in quanto “il docente è un esempio di condotta morale; non dobbiamo mostrare cedimenti di alcun tipo, come usare uno di questi aggeggi, altrimenti forniremo un cattivo esempio e verremo sopraffatti dalla loro indisciplina“, facendo riecheggiare nella mia mente il ricordo del buon Signor Strickland di Ritorno al Futuro.
Il secondo ad arrivare, solitamente, è il Prof in Anno di Prova (PAP), che seppur non rasentando la maniacalità creativa del CdT si presenta allo scrutinio con una buona mezzora di anticipo, nel timore che il Dirigente Scolastico (DS) usi un suo eventuale ritardo come ultima opportunità di appiglio appiglio per una valutazione finale dall’esito negativo. Arriva a Giugno visibilmente distrutto, come un marine che ha trascorso un intero anno (scolastico) dietro le linee nemiche, pronto a difendersi e a citare ogni singolo comma dell’intera normativa scolastica d’istituto, regionale e ministeriale: tanto preparato da essere praticamente pronto per fare il preside, se non direttamente il Ministro. In ogni caso, è tranquillo, perché per avere le spalle coperte, sta presentando voti derivanti da 4 prove scritte e 4 interrogazioni orali, tutte debitamente registrate ed annotate con dovizia di particolari e provenienti da griglie di valutazione a prova di ispettore. Un ottimo risultato per un novellino, visti anche i quasi 50 anni di età (di cui 30 di precariato).
Entrambi guardano con malcelato odio il terzo arrivato, il Prof in attesa di Trasferimento (PaT), autobattezzatosi ProfCheNonGlieneFregaPiùUnCa**o , il quale ha iniziato a far piovere inimmaginabili sufficienze primaverili alzando medie in parallelo con la temperatura.
Altri 4 docenti arrivano alla spicciolata in perfetto orario: l’Istituzione (28 anni sempre nella stessa scuola, ha ormai assunto il colorito delle pareti), il Supplente (che ha sostituito la collega infortunata ai primi di Maggio e non ricorda nemmeno nomi e facce degli alunni a cui sta dando il voto), La Regina Himika (Occhi a mandorla, capelli a criniera di leone: prof di italiano da antologia che trasuda vendetta da tutti i pori, temuta dalle Alpi alle Piramidi, Manzanarre al Reno e… probabilmente anche al di fuori del nostro sistema solare) e infine il Tenerone (l’amicone della classe, autodefinitosi “colui che boccia con il sorriso e una pacca sulla spalla“, ma che in fondo non ha ancora ben capito da che parte della cattedra stare).
Quindi arrivo io, l’Osservatore, facendo una battuta sul confronto fra temperatura esterna e clima glaciale all’interno della stanza, nel caso qualcuno decidesse di volersi aggregare alla mia strategia di sdrammatizzazione sul momento. Mi ignorano tutti: cominciamo bene. Un passo dopo di me, entra lo Scacchista, stratega d’istituto per vocazione e per diletto, che ha passato l’ultimo mese a cercare di intuire ed influenzare i voti dei colleghi in modo tale che gli esiti coincidano con quelli da lui previsti, in alcuni casi già a novembre.
Nei momenti prima che il DS entri nella stanza degli scrutini, si discute solo apparentemente di amenità. In realtà non è altro che una lunga fase di studio: il range dei bocciati può andare dallo 0/21 del PaT al 17/21 del CdT. Si guardano soprattutto gli umori dei soggetti meno estremisti, quelli che in realtà decidono le sorti dell’alunno, definendo il limite fra promozione e bocciatura.
Qualche dubbio sulla fondatezza dei voti del Supplente lo hanno tutti; l’Istituzione si alza, accompagnata da un sordo rumore di radici che si spezzano – in fondo si era adagiata su quella poltrona per la prima volta 23 anni e 46 chili prima – ed affronta l’argomento: “L’infortunata ti ha dato almeno i voti?“. Di fronte al “no” del supplente e al suo racconto di come questi abbia dovuto sviscerare ed interpretare l’ammasso disorganizzato di informazioni prodotto dalla collega titolare, tutti sorridono; probabilmente pensando di poter portare dalla propria parte questo voto decisivo. Mi toccherà prenderlo da parte e metterlo in guardia, poiché ricordando di aver vissuto la sua stessa situazione anni prima, quando sono riuscito magicamente nell’impresa di fare inalberare tutti, compresa (soprattutto) la docente titolare al rientro dopo la malattia.
Al suo arrivo, il DS è già stanco. Il solo pensiero che dopo quello scrutinio ne avrà ancora per tutto il giorno e per altri 5 giorni di fila e che, sin da subito, dovrà cercare di mettere dei paletti al far west che si scatenerà fra docenti che si comportano peggio degli studenti. Come sempre, in ogni classe, in ogni scuola.
Davanti alle prime frasi di circostanza (“Quest’anno si è lavorato malissimo!”, “Una classe così bella rovinata da pochi elementi!”, “Da Aprile si sono rilassati e non hanno voluto studiare”, “Meno male che fra 27 anni vado in pensione!”), il DS fa un giro di sguardi veloce e chiede subito: “Qualcuno ha visto la Velina?“. Appena posta la domanda, con il consueto ritardo di 12 minuti e una deviazione standard di 15, la prof Velina si presenta sfolgorante in miniabito da ventenne, nonostante abbia di poco superato la soglia dei 50, facendosi immediatamente perdonare dalla (incorreggibilmente deviata) componente maschile del collegio e ritenendo così non necessario scusarsi con la componente femminile, guadagnandosi una discreta serie di apprezzamenti squisitamente tipici del gentil sesso (“ma guarda, si è presa di nuovo l’abito della figlia!”, “Indecente e inopportuna”, “Ah, che ridere se inciampa da quei trampoli… ‘Sta zoccola!”).
Si parte con il primo studente, un ragazzone di 120 kg dal rendimento ineccepibile, con una sola apparente macchia blu in mezzo ad una sfilza di voti. Il CdT spiega il suo “Non Classificato” di fronte ad una media generale del 8,46: “Ha saltato una verifica a metà aprile, poi l’ha recuperata costringendomi ad un lavoro supplementare. In tale occasione ha consegnato il foglio parzialmente stropicciato: una mancanza di rispetto intollerabile nei confronti dell’istituzione scolastica che lo accoglie. Ritengo si debbano prendere seri provvedimenti“. Se ne scatena una guerra termonucleare globale concentrata in una singola stanza, che coinvolge tutti i docenti e dura oltre 15 minuti, un quarto del tempo previsto per l’intera classe. Il DS batte i pugni sul tavolo più volte, finché persino la regina Himika prova a limitare gli appetiti del Cacciatore, indicandogli sottobanco una lista di teste che sicuramente cadranno successivamente.
Il ragazzo, fra l’intercessione del Tenerone (ancora a lui grato per l’assist decisivo durante la partita di calcetto del sabato precedente), gli accavallamenti strategici della Velina in direzione del supplente e il PaT che gioca rumorosamente a Ruzzle nonostante sia passato di moda ormai da due anni, viene promosso senza alcun debito, lasciando il giudizio del successivo ad una atmosfera piena di spirito di rivalsa. Lo scacchista osserva soddisfatto: tutto come aveva previsto.
Il secondo studente è un tizio simpatico, educato, attento, ma, ahilui, poco produttivo di risultati. La sua pagella di partenza presenta diverse insufficienze di cui tre gravi e altre due intorno al 5. Insomma, un classico caso borderline fra debiti e bocciatura. Prende la parola il PaP, rivolgendosi verso coordinatrice, la Regina Himika, e ne espone il certificato che attesta un lievissimo problema da BES; ne vien fuori un excursus storico sociologico sulle problematiche dell’inclusione scolastica che si conclude con un perentorio: “Se lo dovessimo bocciare, di fronte ad un ricorso saremo impotenti, perché TU hai fatto protocollare un documento estremamente importante BEN due giorni oltre il limite consentito“. Così, apriti cielo, prima ancora che dalla fortezza di Himika partano le truppe d’assalto, il PaT si sveglia e sale in cattedra, temendo di dover tornare in quell’istituto per il contenzioso oltre la fine delle attività didattiche, iniziando a vomitare odio a casaccio, soprattutto nei confronti del CdT, il quale risponde attonito: “Guarda che è uno dei quattro studenti che con me ha il 6!“. Alla fine, il ragazzo porta a casa la promozione con 3 debiti. Lo Scacchista alza un solo sopracciglio: nel suo appunto ne aveva previsti solamente due, quindi qualcuno ha giocato sporco.
La terza studentessa, già deboluccia di suo, dopo due promozioni con discussione in rapida sequenza entra in discussione, praticamente, già da dead girl walking, e lo sarebbe stata persino se avesse dei voti decenti. Le sue 5 insufficienze gravi ne fanno, da una parte, una carogna inerme contro cui avventarsi e saziare la propria sete di vendetta e, dall’altra, un agnello sacrificale da immolare sull’altare della speranza di salvarne altri. Falchi e colombe trovano un accordo abbastanza in fretta e la studentessa viene bocciata senza mezze misure con il solo inspiegabile 8 del Tenerone.
E così via (non avrete pensato che davvero vi avrei elencato lo scrutinio di tutti i 21 studenti?), lo scrutinio si svolge nella sua ritualità, sforando di oltre mezzora l’orario previsto, e con picchi di follia subito dopo un’altra salvezza miracolosa, quando Himika ha svelato le cause del suo perenne grugno sciorinando l’odiosa frase che tutti noi docenti abbiamo sentito almeno una volta nella vita durante gli scrutini: “IO ho dovuto sudare per prendermi il diploma e la laurea, non come adesso che qui VOI state regalando promozioni! Questi faranno concorsi e un giorno potrebbero rubare il posto di lavoro ai MIEI figli! Grazie al diploma che VOI avete permesso che IO gli regalassi!“. Ovvero, come non riuscire a superare un’adolescenza problematica e portarne i segni a vita.
Alla fine dello scrutinio, la carneficina è stata contenuta, soprattutto con la mediazione del DS, a “soli” 5 bocciati, 3 dei quali oggettivamente impresentabili, e 4 studenti salvati per il rotto della cuffia.
Dopo le firme di rito, il CdT è andato via senza salutare, la Velina si è messa al telefono ed è svolazzata via come da sua abitudine, il Supplente si guarda ancora in giro cercando di capire come mai quello che credeva lo studente peggiore della classe – e forse dell’istituto – sia stato promosso a pieni voti, compreso un suo 8 apparso nel tabellone in modo misterioso.
Il DS ed il suo fedele mal di testa sono sprofondati sulla loro poltrona, mentre il ricambio degli insegnanti per lo scrutinio successivo è già iniziato. Fuori dalle finestre la calura estiva causa le prime allucinazioni: un branco di avvoltoi guidati da un Nazgùl gira in tondo sulla scuola, cercando di capire chi siano i respinti su cui avventarsi.
Per quei 6 studenti, a cavallo fra l’esito positivo (seppure con debito) e negativo, alcuni già spensieratamente a mare, altri chiusi a pregare divinità di molteplici religioni nella propria stanza, in un’ora e mezza, noi docenti abbiamo deciso la componente principale dell’anno successivo della loro vita e naturalmente abbiamo certificato una macchia – trascurabile o decisiva, si vedrà nel tempo – nel loro futuro.
Se mi fermo a riflettere un po’ di più, sento ancora una volta il peso della responsabilità che ricade sul mio giudizio e, naturalmente, sull’intero Consiglio di Classe. Come si può agire, razionalmente, senza pensare alle conseguenze che derivano da quei numeri? Come si fa a non pensare a come avrei preso IO la bocciatura al secondo anno di liceo se la prof di disegno che tanto detestavo non avesse impensabilmente chiuso un occhio “regalandomi” un sei insperato? Come faccio a non chiedermi cosa rispondere a mio figlio se venisse respinto nonostante si sia realmente impegnato? In fondo, chi sono io per decidere del destino di un prezioso anno della vita di uno studente?
Sono un professore.
E’ il mio lavoro.
BackToTheBlog, 8/6/2017
(versione n. 3, anno 2024)
PERSONAGGI ED INTERPRETI
Il cacciatore di teste
Il Prof in anno di prova
Il prof in attesa di trasferimento
L’Istituzione
Il supplente
La Regina Himika
Il tenerone
La Velina
Lo Scacchista
Il Dirigente Scolastico
DISCLAIMER
- Il consiglio di classe di cui si tratta è frutto di pura fantasia, sia nella componente docenti che in quella studenti. Al massimo qualche collega del presente o del passato può avermi fornito qualche spunto, ma nessuna descrizione è direttamente riconducibile ad un particolare individuo.
- A maggior ragione, tengo a puntualizzare che il mio primo scrutinio reale sarà domani.
- Le immagini a fondo pagina sono realizzate con l’AI. Ma ci eravate arrivati, vero?
- Questo, ed altri articoli, sulla pagina Facebook BacktotheBlog.
- Secondo articolo di School Blog, dopo Scene da un compito in classe, pubblicato a dicembre
- La mia storia recente da prof, la trovate nella pagina Il prof emigrante: la cronaca dettagliata dei primi 100 giorni della mia nuova vita al Nord.
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Commenti
Ho rivisto diversi docenti dei miei figli, molto simpatico e divertente!