La seconda domenica torinese in solitaria porta ad un arricchimento culturale che non posso accettare resti confinato nella mia sola persona, quindi trovo giusto condividere qualche immagine della giornata insieme a voi.
Quindi via al Museo del Risorgimento, nello splendido Palazzo Carignano – dopo la Reggia di Venaria Reale (giudizio: “meh!“) del mese scorso – alla ricerca di quelle mete interessanti che sfuggono a chi fa il mordi e fuggi in una grande città.
La sede del museo
(Ovviamente, lo sapete, il mio non è letteralmente un “mordi e fuggi”, quanto piuttosto un “mordi, mastica lentamente, ingoia (amaro), digerisci, ecc. ecc. e magari un giorno fuggirai…”)
Riflettendo a margine che:
1 – Non sarebbe male se tutti conoscessimo la nostra storia un po’ di più di quanto ci resta dai ricordi sbiaditi delle superiori.
2 – Era l’ultima giornata pseudo primaverile prima che oggi si scatenasse il freddo artico e l’ho passata fra chiese, museo del risorgimento e casa, correggendo verifiche.
3 – Sono pochi scatti esemplificativi, il museo è vasto ed interessante. Ho voluto però inserire qualche mio commento personale alle foto.
1 – La prima costituzione della “Repubblica Italiana”, embrione di stato durato 3 soli anni, finchè Napoleone, umile come sempre, decise che facendosi chiamare Re d’Italia avrebbe esercitato un maggiore fascino con le cortigiane.2 – Del resto, il fascino marmoreo lo aveva già. In realtà ebbe una fidanzatina, due mogli e otto amanti certificate. In totale ne uscì con un figlio legittimo e- almeno – due illegittimi. Non ci sono dati riguardanti le molestie sessuali e le denunce postume delle cortigiane3 – Riproduzione fedele della cella di Silvio Pellico, al carcere della fortezza di Spielberg in Moravia. Nei 10 anni di soggiorno presso la struttura, scrisse il best seller “Le mie prigioni”. il successo fu tale che il generale austriaco Metternich dichiarò che “danneggiò l’Austria più di una battaglia persa”. 150 anni dopo fu inventato Tripadvisor, di cui era un evidente antesignano4 – Sobrio servizio da cioccolata di Vittorio Emanuele I, utilizzato – immagino – per festeggiare la restaurazione della monarchia sabauda dopo il congresso di Vienna in cui venne ricomposta la geografia europea dopo l’età napoleonica. Le signore sul vassoio stanno a testimoniare la passione del tempo per le modelle Curvy.5 – Lo Statuto Albertino. Spero si legga decentemente, Spicca, in particolare, l’accentramento dei tre poteri nella persona del Re, nonostante le numerose concessioni al popolo, su tutte la camera elettiva. Di sicuro qualcuno, negli ultimi 25 anni di politica italiana ha sognato di riportarlo in attività.6 – Arazzo che raffigura la firma dello statuto al momento della firma del re Carlo Alberto. Due sono i personaggi a guardare in modo deciso il pubblico, come ad indicare che quanto stavano realizzando veniva fatto per noi del popolo. In realtà secondo alcuni studiosi, sono in attesa del momento in cui il garzone del tessitore incaricato di fare lo schizzo lascerà la sala, per poter comunicare agli altri il momento in cui possono riprendere vino e carte da gioco nascosti dietro le spalle e continuare la mano, perché il re aveva appena pescato il se stesso di briscola dal mazzo.7 – La prima “camera” del Regno d’Italia. Imponente e suggestiva, era l’organo legislativo che per la prima volta metteva a confronto il governo – cioè il re – con dei soggetti eletti direttamente dal popolo. Non è ben chiaro se con una votazione online o meno.8 – In pratica si tessevano lentamente i fili per la nascita di una grande nazione. 159 anni dopo, stiamo ancora aspettando dietro la sala parto.
9 – Un ometto si ergeva a protagonista. Il buon Camillo Benso Conte di Cavour, il primo Premier, ancora ignaro di diventare il personaggio risorgimentale preferito di generazioni di studenti per mere questioni di fonetica e musicalità del nome. Uno dei pochi personaggi storici, fra l’altro, di cui i ritratti e le foto lungo l’arco della vita mostrano un notevole aumento del peso
10 – …cosa che ai vignettisti satirici dell’epoca evidentemente non era sfuggita.
11 – L’influenza francese sul nostro territorio non ha mai portato buoni frutti. Dopo la guerra di Crimea nel 1858, Vittorio Emanuele II guidò una compagnia di soldati abbigliati così. Si chiamavano, ovviamente, ZUAVI 12 – Riproduzione a grandezza naturale di Garibaldi, che per meriti suoi ha conquistato un’intera sala. Nella mia mente rimbombavano le parole di stima del mio prof di Storia al liceo: “Era un grandissimo, un immenso, un colossale LESTOFANTE! Un MERCENARIO, un RIFIUTO della sua stessa società!”13 – Lo sbarco in Sicilia. Diciamo che per vedersi così l’Etna da Marsala doveva essere una giornata particolarmente particolarmente particolarmente tersa. L’lllustratore decise così di orientarsi sulla metafora religiosa.
14 – Siamo già alla grande guerra. Il suppostone non merita commenti e sorrisini. Solo il pensiero di tanta tanta paura15 – Prima di chiudere, non potendo accedere alla sala del Senato Regio, chiusa per allestimento di una mostra – si nota una lieve, quasi impercettibile, presenza dello sponsor del museo.
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