Il Prof Emigrante – Anno II – Riassuntone

Day 164

Ci sono ancora

08/03/2018

Riflettevo su come abbia un po’ tralasciato questo blog (e soprattutto l’altro) in questo mio surreale secondo anno torinese.

Eppure qualche episodio di questo ultimo mese merita una menzione. Vediamo un po’.

1) Dopo l’esperienza traumatica in solitaria – NON FATELO MAI! – della quasi rottura della tibia sugli sci a Gressonney, ho aspettato la presenza amica del compagno di merende dello scorso anno per tornare in pista. Siamo stati a Pila, la stazione sciistica di Aosta, in una giornata di una bellezza disarmante. Ho rischiato la vita solo quando ho dato del vegano al valdostano in maniche corte (a -12°) del rifugio, intento a preparare (migliaia di) hamburger e salsicce.

2) E’ arrivato Burian, il grande freddo. Non l’ho ospitato in casa – c’erano già sorella e nipoti – ma si è fatto sentire nelle condizioni peggiori: di sera, allo stadio della Juventus, con la temperatura a -7° e i fiocchi di neve grandi come prugne che ti ballavano davanti prima di trovare il posto più inadatto per poggiarsi, tipicamente infilandosi nella fessura fra gli occhiali e le sopracciglia, che del resto era l’unica parte del corpo scoperta. Consiglio per il prossimo: se infilate di nascosto una pesante coperta di lana da oltre 5kg, fatta da vostra nonna nei bei tempi andati, all’interno dello zaino di uno dei vostri nipoti, accertatevi SEMPRE che questi non la tolga prima di uscire di casa con la futile scusa del peso. Anche non usandola direttamente ma affittandola “a mezzore“, ci saremmo ripagati i biglietti.

3) Nella grande raccolta punti legata alla mobilità futura, mi sono ritrovato a fare l’esame di un Master alle 9.00 del mattino a Novara. Sulla via del ritorno, dopo un bel giro in città, quando penso incautamente che ho tempo e non è necessario fare l’autostrada, optando per un giro similturistico dei paesini di campagna padana, ecco il clamoroso “SKATACATRAN!” della mia auto, in mezzo al nulla. Credo di aver sentito la frizione pronunciare, un attimo prima di abbandonarmi: “Siamo come d’autunno sugli alberi le foglie”. Il resto è una storia di avventuroso rientro con la sola quarta marcia per oltre 65km, di cui soltanto 40 in autostrada, di miracoli per non farla fermare/spegnere neanche al casello, di carri attrezzi, di ristoranti per camionisti da film americani, riparazioni da amici degli amici e, soprattutto, di portafogli che sanguinano ancora (e meno male che erano amici degli amici).

4) Dopo un anno e mezzo di attesa, ho finalmente provato la BAGNA CAUDA, la pietanza tipica torinese. Che dire, mi aspettavo tutt’altro (una pietanza zuppoide) invece mi son trovato davanti una… salsina (?) davvero squisita e saporita, nonostante la servano con una pietanza da conigli (ortaggi crudi da intingervi dentro). Mi hanno guardato più che storto nel momento in cui ho osato bagnarvi il pane a mo’ di scarpetta e commentare ad alta voce che in così era anche più buona! “Così ne perde l’essenza contadina!”

Basta così, il resto è abbastanza piatto. Si lavora su e si torna a vivere giù nel weekend, cercando, nonostante la distanza, di essere presente il più possibile nella vita di tutti i giorni con Lei e con Loro (quantomeno, mi illudo che sia così). Fra meno di un mese si tornerà a parlare di mobilità e sto seriamente pensando ad una possibile strategia di “second best”. Vi aggiornerò.

Colgo l’occasione per fare gli auguri per la festa della donna a tutte le mie proffollowers (e ai proffollowers uomini che ne sentissero il bisogno).

Un bacio, una mimosa e un link

8 Marzo – Le 10 frasi da non pronunciare MAI!

Il prof emigrante


Continua nel Day 180 – Il fit-walking

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