Il prof emigrante – Il resto dell’anno – parte I (dal day 101 al day 180)

Day 103

Three days later

12/12/2016

(Live aeroportuale n.16)

Scrivo con il terrore sulla pelle.
Le ultime due volte che ho approcciato il Live aeroportuale dal nuovo cellulare, giunto in prossimità delle note, ho cliccato due micrometri più a sud est del tasto di invio e tutto è andato perso nel tempo, come lacrime (amare) nella pioggia.

(Parentesi: avrete notato che ho citato il discorso originale 
dell’androide protagonista di Blade Runner, un pezzo consolidato di storia del cinema (“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire!“), tratto dal soliloquio finale. Ebbene, c’è una persona che un giorno mi disse: “Bel discorso, chi l’ha pronunciato? GESU’?“) (Tralasciando l’immagine di Gesù che si bulla con gli uomini forte delle sue esperienze divine… si, questa persona è ancora a piede libero ed ha gli stessi vostri diritti) (e, per di più, si cela nell’oscurità fra voi proffollowers)

Sono di nuovo qui per raccontarvi come ho preso questa nuova fase del blog, diventato uno “slowblog“. Vi ringrazio, innanzitutto, per le manifestazioni di stima ed affetto (alcune delle quali vistosamente esagerate) e vi devo confessare che in un paio di occasioni ho avuto l’istinto di mettermi al PC e iniziare a scrivere qualcosa… poi mi sono reso conto che il giorno prima non avevo preso i miei soliti appunti mentali (devi parlare di questo, ricorda quest’altro particolare, guarda che pirla che sei stato, chissà cosa diranno i miei lettori riguardo questo episodio…) così ho guardato il PC e l’ho lasciato beatamente spento, decidendo di portare i bambini a passeggiare un po’.

Torno su con l’ultimo volo del 2016. Resterò 2 settimane per poi tornare in macchina prima di Natale. Soprattutto mi aspetta un pomeriggio niente male: arriverò a Torino alle 15, troverò in aeroporto tutta la Sister’s family che ha prolungato la loro vacanza fino ad oggi, faremo una trasfusione di trolley in macchina (imbarcare una valigia nel 2016 è un peccato mortale) perché dovrò portarli a Malpensa entro le 16.30 e rientrare a Torino, per le mie lezioni, alle 18.00.

In tutto questo dovrò spiegare loro cosa è successo al loro biglietto del posteggio in aeroporto che avevano incautamente affidato a me (ne pubblicherò la foto domani, a cose fatte e ad autovettura restituita al legittimo padrone. Almeno spero che vada così.)

Pregate per me (e per la macchina di mio cognato)

Il prof emigrante

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Note

1) ho evitato di soffermarmi sul fatto che torno a fare un “lungo” bisettimanale dopo 2 mesi di rientri frequenti. Emotivamente una botta notevole, soliti saluti da paura. Nulla da fare, non ci si abitua ancora.

2) In compenso sto iniziando a programmare il week end con vari eventi fra amici e colleghi.

3) Cognato che forse leggerai queste parole, prima di ricoprirmi di insulti, aspetta che tutto sarà risolto e ne faremo una bella risata insieme, davanti ad una buona tazza di fonduta. Ricordati del mio anonimato. E non vendicarti sulla mia casetta ancora in tuo affidamento (scritte col sangue nelle pareti comprese) (il prof sanguinante)

4) Sono riuscito ad arrivare in fondo al post senza perderlo con un tocco fuori posto. Ma ho sudato freddo per tutto il tempo.

5) Quindi, questo arancino occultato nella borsa poco prima dei controlli… me lo sono proprio meritato!

L'immagine può contenere: una o più persone e cibo
Guardatelo, in tutto il suo splendore!

Continua nel Day 104 – La nebbia in val padana

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