Il prof emigrante – Dieci giorni apparentemente anonimi (Dal day 80 al day 89)

Day 82

Le comiche ai controlli aeroportuali

(Airport Live n.13)

21/11/2016

Ho lasciato a Torino il cielo grigio. Ho trovato in Sicilia il cielo nero e piangente. Torno su e troverò una settimana di pioggia battente.

Ho sempre guardato con diffidenza i metereopatici (o meteopatici?) (O omeopati? Vabbè, quelli si, in ogni caso), compresa Lei, ma devo dire che oltre al fastidio di dover lasciare nuovamente tutti giù, la prospettiva di una settimana interamente umida non mi entusiasma.

Pur senza trolley con me, mi ritrovo ancora in aeroporto. Siamo al nonsoquantesimo volo di quest’anno eppure non riesco ancora a reggere il fastidio di dover togliere la cintura per passare sotto il metal detector.

Eppure c’è chi è messo peggio. Vi racconto qualche episodio relativo a stamattina:

– Una signora molto ben vestita ha appena dato in escandescenze perché ha dovuto togliere gli stivaletti: sotto lo stivale aveva dei calzettoni di spugna rosa con i coniglietti. È diventata bordeaux dalla vergogna mentre si giustificava ad alta voce: “ho viaggiato tre volte con questi e non me li avevano mai fatti levare

– Un ragazzo straniero portava allegramente il figlio in uno zainetto portabimbi sulla schiena. Gli viene fatto notare che deve togliere il giubbotto e metterlo nelle vaschette. Questi lo fa immediatamente, dimenticando però di avere il bambino sulle spalle, che viene salvato con prontezza dall’addetto ai controlli a 50 cm da terra.

– Una coppia nella fila accanto ha litigato perché gli addetti hanno obbligato il marito a tirar fuori dal trolley il computer. E lei gli ha fatto una scenata perché non sapeva che lui si stesse portando il lavoro in vacanza. Adesso sono seduti ad una ventina di metri da me e non si parlano.

– una ragazza carina, con una gonna particolarmente corta, ha effettuato con le gambe un movimento… ehm… “avventato” per togliersi le scarpe. Dietro di me, un gruppo di studenti in partenza che ha assistito alla scena ha praticamente fatto la Hòla. Stanotte non dormiranno bene.

Tutto ciò conferma le mie ipotesi. Essere un buon osservatore ti fa rendere conto di come il mondo sia variegato e, anche nei gesti più ripetitivi, presenti sempre qualcosa di interessante da raccontare.

E mentre la fila per l’imbarco supera ormai i 30 metri, io sto ancora beatamente seduto a bloggare qui con voi. Viaggiare senza trolley è una grandissima cosa.

Il prof emigrante

Papa Pio XII, Lenny Belardo, confida al Cardinale Voiello il suo personale apprezzamento per il blog del prof emigrante

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Note:

1) l’equilibrio emotivo di cui vi parlavo ieri, ovviamente non vale per quanto riguarda il momento dei saluti. I bambini sanno tirare fuori una frase sempre nuova per strapparmi il cuore a pezzettini e il commiato da Lei è sempre con gli occhi lucidi. Non credo che questo potrà mai cambiare.

2) Finito ieri sera “The Young Pope”. Merita, anche se ha tutti i difetti sorrentiniani della Grande Bellezza.

3) Devo andare, ciao.


Continua nel Day 83 – Il far west al consiglio di classe

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