Il prof emigrante – Il ritorno ai secoli bui (dal day 40 al day 49)

Day 41

La pipì al buio ed altre mirabolanti avventure

12/10/2016

Secondo giorno nella nuova casa e seconda notte senza elettricità. Almeno ci sono diverse novità all’orizzonte.

Iniziamo dalla più triste, così mi tolgo subito il dente dolorante: ho disfatto le valigie, dopo un mese di sistemazioni temporanee e una vita da randagio. Camicie, pantaloni, scarpe e tutto il resto dell’abbigliamento… da questo momento in poi tutto avrà una propria sistemazione consona.

La fine della precarietà abitativa ti fa sentire istintivamente soddisfatto, soprattutto dopo che hai cercato la casa giusta per un mese, ma… in quel momento in cui guardi per la prima volta le valigie vuote, riposte in un angolo… un brivido ti corre lungo la schiena.

Te ne sei andato davvero.

La tua non è una situazione temporanea, non lo è mai stata. Vivi ANCHE in questo posto. Fra poco chiamerai questo appartamento “casa” (certo, senza mai dimenticare l’altra) e, volente o nolente, comprendi di appartenere ANCHE a questa realtà lontana, in una città che fino a poco più di due mesi fa pensavi di frequentare solo da turista. Non puoi farci nulla. Deal with it.

Certo, con la corrente elettrica attiva, tutto sarebbe più facile.

(repentino cambio di tono)

Chiudete gli occhi, pensate a me, ieri notte, al buio, con il cellulare – unica fonte di luce portatile – defunto. Immaginate anche questa mia nuova casa, in cui le due camere sono FINALMENTE ben esposte alla luce di giorno, ma il bagno non ha punti luce e si trova lontano dal riverbero dell’illuminazione stradale.

È notte fonda, le avvolgibili sono chiuse e vi viene l’istinto naturale di urinare. Siete avvolti in due coperte su un divano, stretti come un wurstel dentro l’hot dog, e l’ultima cosa che vorreste fare è alzarvi per brancolare nell’oscurità più tetra. La trattenete più che potete, ma ad un certo punto dovete cedere. Vi alzate, barcollando con addosso un plaid raffigurante una improbabile volpe antropomorfa, camminate nell’oscurità sbattendo in ogni sporgenza possibile ed immaginabile (la borsa del lavoro, le valigie ancora in giro, i piedi delle sedie, armadietti e scarpiere di cui ignoravate l’esistenza – in fondo avete visto la casa al mattino solo per mezz’ora scarsa) fino a concludere la vostra corsa centrando prima una porta (del ripostiglio) aperta che credevate chiusa, poi un’altra (del bagno, con il naso) perché era chiusa e la credevate aperta.

Doloranti, sapete cosa fare ma non vedete il “dove”, per cui tastate le pareti con le mani fino ad identificare l’obiettivo della missione. Vi posizionate davanti e…

Ora, le proffollower che mi seguono sanno che per i loro uomini “fare centro” in condizioni normali è già un’impresa, riuscirci nelle condizioni in cui mi trovavo ieri sera, avrebbe avuto un chè di miracoloso.

(E no, prima che qualcuno possa obiettare, noi uomini non ci siederemo mai per fare pipì. Ne va della nostra dignità di maschio alfa)

Beh. È andata dignitosamente bene. Per di più sono tornato sul divano con il sorriso: e se il “bisogno” fosse stato un altro? Al buio e senza carta igienica?

Bene, non ho una risposta, ma almeno adesso sapete anche cos’è la prima cosa che ho comprato stamattina.

Il prof emigrante.

———-
NOTE:

1) Ho fatto in mattinata l’attivazione della corrente elettrica. Arriverà ufficialmente in 5 gg, ufficiosamente in 2. Si accettano scommesse.

2) Per l’occasione ho fatto diventare la mia scuola un immenso caricabatterie. Il PC in sala insegnanti, due caricabatterie portatili in una classe, il telefono con me in un’altra. I ragazzi mi avranno affibbiato un nomignolo cattivo, sensibili come sempre alle stranezze dei prof.

3) A proposito di ragazzi, la fanciulla che ieri è scoppiata in lacrime alla fine del test, oggi è uscita anticipatamente poco prima che arrivassi nella sua classe. Se dovessi sentire una fitta simile ad un ago sulla schiena, sapró di che si tratta.

4) Ho rimediato il garage nel condominio strappando un prezzo favorevole al termine di una contrattazione simultanea con quattro condomini, degna di un suk. Divide et impera.

5) Basta note. La batteria è preziosa, come avete avuto modo di vedere. Buonanotte (stavolta da un lettone vero, finalmente)


Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *