Il prof emigrante – La quiete prima della tempesta (dal “Day 0” al “Day 9”)

Day 9

 Arieccomi

10/09/2016

Sono di nuovo a Torino. Niente viaggio della speranza, ma un doppio volo con scalo a Roma che ha preso sempre 4 ore buone della mia vita fra imbarchi, sbarchi e trasferimenti.

Certo, avrei fatto volentieri a meno del bambino del sedile subito dietro di me che ha usato tutti e 3 i sacchetti del vomito della sua fila, descrivendo poi con dovizia di particolari il contenuto degli stessi (“Mamma, guarda, i funghetti sono ancora interi!”). E non vi dico l’odore, unito al corpulento omone di fianco a me (ero lato finestrino) che si ostinava a portare camicia, maglioncino e giacca, sudando ed agitandosi come se avesse una lucertola a contatto con la pelle.

Mi sono isolato completando la lettura di un libro che avevo comprato prima del volo di andata (anche se forse andrebbe considerato come un ritorno), La ragazza del treno, accreditatosi come Best Seller 2015: Non male, ve lo consiglio: il finale mi ha sorpreso, avevo fatto ben altre supposizioni.

(Vi ho incuriosito, si? Bene, leggetelo e fatemi sapere)

Certo, dovessi comprare un libro per ogni andata/ritorno che ho intenzione di fare (ogni 15 gg), potrei fare la tessera gold alla Feltrinelli o – persino – imparare a scrivere come si deve, ad esempio prendendomi la briga di rileggere i miei testi evitando così di ricevere segnalazioni, a distanza di giorni, di cappellate clamorose scritte su questo blog.

Già, perchè qui arriva la seconda big news della giornata: ho commesso una leggerezza, effettuando l’accesso a questo blog da casa dei miei genitori e loro, in qualche modo, provetti settantacinquenni hackers, ne hanno scoperto l’esistenza, carichi del consueto entusiastico spirito critico costruttivo.

La mia esistenza di blogger scolastico clandestino finisce qui. Nel breve periodo mi inizieranno a seguire parenti e amici, rigorosamente senza identificarsi per non dare nell’occhio e poter poi sfoggiare l’espressione di finto sbigottimento alla prima occasione: “Ah, ma davvero lavori al Nord?“.

Pazienza,si guarda avanti. Domani è domenica, farò un primo giro da turista e seguirò ideali ben più elevati: trovare un biglietto (che non mi costi quanto un mese di affitto) per la partita di Champions League di Mercoledì prossimo.

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Ci sono passato davanti un’altra volta. Sento che mi sta aspettando. So che vorrà stringermi nel suo tumultuoso abbraccio.

Il prof emigrante

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NOTE:
Cari followers (lo siete, ormai, non negatelo a voi stessi), vi invito ad una maggiore interazione. Altrimenti sembra davvero il delirio di un folle che dialoga al nulla di fronte ad uno specchio in una stanza d’albergo. Dite pure quello che volete, dopo la lettura del blog. Si accetta tutto: pensieri, parole, opere, omissioni… (per mia colpa, mia colpa, mia GRANDISSIMA colpa!) (Cioè il dover scrivere a tutti costi qualcosa per non affrontare da solo questa avventura di cui, sinceramente, avrei fatto a meno).

Grazie!


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