Il Trono di Pinze – pensieri sparsi sulla poltrona del dentista

Una nota leggenda metropolitana femminile vuole che gli uomini siano particolarmente bravi nell’accentuare il loro disagio nel momento in cui sono colpiti da un qualunque malessere fisico.

Niente di più falso: si tratta solamente di momenti in cui trova sfogo quell’humour tipicamente maschile che ci caratterizza come genere.

Volete mettere l’intensità melodrammatica del momento in cui inizi a fare testamento al raggiungimento dei 37,5° di febbre? O il piacere composto nel mettere il pigiamone di flanella alle 15 di un pomeriggio d’inverno al 4° starnuto dopo il caffè e bivaccare a letto finché non giunge il calar della sera? Capiteci, donne. Lo facciamo anche per voi, per risvegliare il vostro istinto di crocerossine e rinsaldare il nostro rapporto sull’altare della vicendevole cura.

“Non riesco a respirare… mi affido a te… prenditi cura dei nostri figli… e fammi un ultimo favore, ti prego…  ti ricordi che mi hai chiesto di riordinare il garage oggi? Non ce la faccio proprio… non è che potresti farlo tu? Mi piacerebbe tanto vederlo ordinato prima di spirare…”

C’è, però, un momento nella nostra vita in cui l’uomo va incontro al proprio destino ed è solo ad affrontare il Signore Oscuro degli Incubi, l’Alfa e l’Omega del Terrore Primordiale, Il Governatore del Consiglio Supremo delle Entità Malefiche: 

IL DENTISTA

Certo, non tutti lo vedono così, serve un background personale con episodi significativi, che ti hanno lasciato un segno indelebile e che mai potrai dimenticare, anzi ti tormenteranno finché avrai respiro.


Il mio battesimo odontoiatrico horror avvenne a 9 anni, quando i miei genitori mi portarono da un dentista “old-style“, un omone d’altri tempi che rifiutava per convinzione personale l’uso dei frutti del progresso della scienza e, probabilmente per simpatia, ogni parvenza di sensibilità umana nei confronti del paziente, operando per lo più in un contesto tardo-medioevale.

Caro figliolo, con te vorrei usare una tecnica piuttosto recente. L’ho letta in un testo rinvenuto nei balcani intorno al 1200 d.C. Ma aspetta, lascia che io riponga questi sciocchi strumenti moderni…

Il luminare in questione, al quale i miei si rivolsero per un problema molto comune (un dente da latte che si ostinava a non voler cadere già in presenza della punta del dente definitivo), dopo uno sguardo sommario mi tolse 6 denti nel giro di 30 secondi – l’incisivo incriminato, un suo vicino ancora sano, vittima occasionale, e 4 mole, una per ogni settore della bocca “per fare spazio e fare crescere meglio le future mole” – usando soltanto veloci colpi delle sue dita ad uncino, tozze e pelose come wurstel bavaresi.

Non mi fece neanche sedere sulla sedia, non ebbi neanche il tempo di pensare a piangere.

Non lo dimenticherò mai.

Mai!

MAI!

Così dopo 30 anni di discreta salute dentale, da Giugno 2015 ho avuto un periodo di reboot dentistico niente male: scoperta di una carie; otturazione 1; salto dell’otturazione (causa salame turco ghiacciato); otturazione 2; salto della seconda otturazione (causa schiacciata troppo cotta nel forno a legna); rottura del dente pre-otturato (biscotti natalizi, probabilmente triscotti o quadricotti); frantumazione del dente già rotto con perdita netta di metà mola durante festa da ballo in maschera; cambio dentista (doveroso); visita con pulizia; panoramica; improvvisi dolori lancinanti alla mola del giudizio che mai aveva dato problemi; estrazione della mola del giudizio; tentativo di estrazione della mola rotta con anestesia non funzionante (probabilmente causa infiammazione residua) e dolori incommensurabili da tentativo di frantumazione ossea a carne viva per i quali non ho parole esaurienti; estrazione -finalmente indolore – della mola rotta.

Per adesso basta: il peggio è passato, in attesa del “ponte” che presto arriverà.

Va anche detto che la strumentazione che accompagna la poltrona del dentista non ha ASSOLUTAMENTE NULLA che possa IN ALCUN MODO incutere timore nel paziente

Il titolo dell’articolo però parla chiaro, per cui la smetto di divagare. 

Quali pensieri hanno affollato la mia mente mentre stavo seduto con gli occhi sbarrati su quel comodo strumento di tortura?

PENSIERI IN LIBERTA’


1 – Perché sono qui? Che ho fatto di male? In quale girone dell’inferno mi ritrovo? Cos’è questa luce abbagliante che traspare dalle mie palpebre sbarrate?


2 – Quattro persone che contemporaneamente guardano dentro la mia bocca. Deve essere uno spettacolo notevole: quantomeno l’ugola che balla musica hawaiana con un tutù di foglie di banano.


3 – La lingua. Dove caspita devo mettere la lingua? Che schifo, ho leccato il guanto dell’infermiera! Avrà mica pensato ad un’avance?


4 – (Rigorosamente a occhi sbarrati) Dentro la mia bocca ho sentito: un aspirapolvere, una fresa elettrica, un cric, una qualche specie di cuneo, colpi di martello e un flex. Mancano solo gli anziani che osservano il cantiere.

In un attimo di incoscienza, mi ritrovai con gli occhi aperti. Loro stavano lì, sopra di me, guardandomi dall’alto, disposti come un ghigno metallico appuntito, intento a sbeffeggiarmi prima di intervenire su di me.

5 – Di risposta ad un cordiale: “Professore, stia tranquillo, apra pure gli occhi!” nella mia mente risuonava un grandioso “Stoc****!


6 – Perché non imporre per legge un intervento da fare intorno ai 40 in anestesia totale in cui sostituire l’intera arcata dentale con una bella dentiera sintetica eterna?


7 – O meglio… Dio, perché hai reso i nostri corpi sensibili all’usura del tempo?


8 – Oh, hanno citofonato. Magari sono i testimoni di Geova, li invitano ad entrare e prendere il the, così la smettono di torturarmi per un po’…


9 – Cosa capperi vuoi dire  con “aspira tutto questo sangue, che non vedo il dente?


10 – Caro dentista, ho gli occhi chiusi da un pezzo. Perché però ti immagino vestito da Principe Vlad di Valacchia?

Si dice che Vlad Tepes III, principe di Valacchia, noto come” Vlad l’Impalatore” o semplicemente “Dracula”, avesse un hobby: l’odontoiatria agonistica.

 11 – E perché le tue tre solerti assistenti indossano degli abiti da antiche vestali?


12 – Proviamo con i pensieri alternativi… Devo preparare i documenti per il 730. 


13 – Ah, già… devo ridipingere il cancello


14 – Ed effettuare il cambio di stagione fra i file del fantacalcio


15 – Ma potrei anche assistere in diretta alla crescita di un albero di pino


16 – Farei qualunque altro sacrificio pur di non essere qui. Anche andare in un centro commerciale l’ultima domenica prima di Natale alle 18.00. Ma non per comprare qualcosa o fare regali, giusto per guardare le vetrine.

Si. Quando dico “farei qualunque altro sacrificio”, intendo proprio “qualunque”.


17 – Ahi! Cosa tiri con quell’aggeggio in quell’angolo della guancia? Pensi di avermi pescato all’amo?


18 – Forse un meteorite nel quartiere, ora – subito, immediatamente -, potrebbe farli smettere.


19 – Cos’è questo odore? Con che coraggio nel quartiere qualcuno prepara una grigliata mentre io sento “stai attenta a non lacerargli la gengiva“?


20 – Ma soprattutto, con che coraggio preparano una grigliata in pieno centro città alle 11,00 del mattino?


21 – Giuro che se mi fanno male come la volta precedente, non mi vedranno mai più. Non passerò neanche da questa strada.


22 – No, no, no… la granita mandorla del bar qui di fronte è troppo buona. Il gioco non vale la candela, dalla strada si può comunque passare.

La granita alla mandorla merita comunque uno spazio grafico ogni volta che viene citata, indipendentemente dal tenore dell’articolo in cui compare

23 – Oh, forse stanno finendo. Il dente è già stato strappato, ma stanno ancora scavando… che stanno cercando? La pentola d’oro alla base dell’arcobaleno?


24 – Ehi, da piccolo credevo davvero esistessero i folletti, gli gnomi e i piccoli elfi. Mi facevano un po’ paura.


25 – Certo, adesso gli Elfi mi fanno ancora più paura: Soprattutto i prezzi di quelli Lego per cui mia figlia impazzisce.


26 – Mia figlia. Io sono qui, ancora ancorato su questa sedia, con tutta questa gente che ronza intorno alla mia bocca. Quest’incubo sembra non finire mai. La rivedrò ancora?


27 – Quale perversa ambizione umana può spingere un uomo a guadagnarsi da vivere sventrando così la bocca della gente? Davvero il Dio Denaro può tanto?


28 – La prossima volta – se mai ci sarà – mi faccio prima preparare uno sformato di cipolla di Tropea.

Una cipollata al giorno, leva il dentista di torno. E anche chiunque altro nel raggio di 500m

29 – Vendetta, tremenda vendetta!


30 – BUAHAHAHAHAHAH!


31 – Madre Natura, spirito di Gaia, Nettare della Vita che pervade ogni cosa…ti prego basta, intervieni in mio soccorso.

 


32 – Va bene anche la Madre Natura di Ciao Darwin, non sto certo qui a fare lo schizzinoso.


33 – Argh… Madre Natura di Ciao Darwin, per amor di Dio, metta giù quella pinza!

Eppure testimoni (che ho sposato) mi dicono che l’ultima volta c’era DAVVERO una bella ragazza fra la triade di assistenti. Giuro che non me ne sono accorto. 

 


34 – (dopo l’ultimo: “Va bene, Professore, ho finito! E’ sopravvissuto anche stavolta!“) Si, ma a quale prezzo? Non sarò mai più lo stesso!


35 – Ehi, ma non è andata poi così male, non ho sentito nulla!

Grazie mille, amico dentista. Hai fatto un ottimo lavoro!


Nota finale: massimo rispetto per chi svolge questa professione. Lo dico con il cuore in mano. Anzi, con la mano ancora poggiata sulla guancia dolorante. 

Commenti

  1. Pingback: Il Trono di Pinze – pensieri sparsi sulla poltrona del dentista – Back to the Blog

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *