“Je suis… !” – A volte, è meglio star zitti

<<<Aggiornamento dopo i fatti di Nizza, considerando che nulla è davvero cambiato da Novembre ad oggi.>>>

A Novembre scrissi “Un Venerdì 13 così nero non lo immaginava nessuno. 129 morti ed oltre 350 feriti nel momento in cui scrivo.” A questi si aggiungono le 84 persone di ieri sera morte a Nizza solamente per la voglia di guardare fuochi d’artificio senza immaginare di poter finire sotto i colpi della roulette russa del terrorismo.


Non è facile trattare argomenti così tristi (devastanti, laceranti, spaventosi, ecc.) in un blog che si propone di tirar fuori ai propri lettori una fuggevole risata. L’articolo di inaugurazione del nuovo blog, pronto per sabato mattina, è finito in standby, di fronte ad una notte di vero terrore trascorsa davanti la tv.

Così, con il pensiero da un lato rivolto alle famiglie delle vittime e dall’altro verso i miei figli, ancora piccoli e già costretti a vivere in un mondo – senza girarci intorno con le parole – già in guerra, ho preferito concentrarmi sull’ampia varietà di pessime emozioni umane che traspare degli stati di Facebook relativi all’evento, visto che quasi tutti si sono sentiti in dovere di comunicare al mondo il proprio pensiero.

Ne sono venuti fuori diversi profili:

1 – Gli apocalittici, il cui pensiero comune è “Moriremo tutti“. Poiché però, almeno allo stato delle cose, trattasi di verità inconfutabile, spesso l’affermazione necessita di toni che evidenzino ulteriore gravità trasformando il verbo da futuro semplice in un amaro presente che, più che indicativo, può chiamarsi portasfigativo: “siamo già tutti morti” e “i prossimi siamo noi

2 – I Giustizialisti, nei cui stati campeggiano le varianti di un perentorio “Bombardiamoli“, espressione diretta dell’umano sentimento “di pancia” che, sviscerando profondamente il nostro lato oscuro, porta a concludere che per ogni civile occidentale morto bisognerebbe uccidere con dei bombardamenti – non importa se mirati o meno – almeno 100 mediorientali (tanto sono tutti uguali). Curioso come sostituendo i termini “occidentale” e “mediorientali” con “tedesco” e “italiani“, si tornerebbe indietro nel tempo circa di 70 anni.

3 – I generalizzanti etnici di tipo A (religiosi), che vedono nell’Islam il nemico ultimo e supremo, la colpa di tutti i mali e passano la giornata condividendo il titolo soft di Libero post-attentati di Parigi “Bastardi islamici“, per poi riversare odio nei confronti del giardiniere delle Mauritius, fidato lavoratore presso il loro domicilio da oltre 10 anni, per di più inconsapevoli del fatto che questi è anche un fervente cristiano, ben più di loro stessi.

4 – I generalizzanti etnici di tipo B (geografici), secondo cui la soluzione è semplice, quasi lapalissiana: basterebbe annientare con le armi nucleari l’intera Siria, la Libia, l’Iraq, l’Afghanistan, il Pakistan e una decina di paesi loro confinanti a caso, “tanto sono tutti terroristi, bambini compresi, questi arabi di mer… Facciamoli saltare in aria, che vadano pure in paradiso felici!“. Va fatto l’analogo ragionamento del punto 2) sostituendo i termini “terroristi” e “arabi” con, ad esempio, “mafiosi” e “siciliani” e da buon siciliano onesto ti incazzeresti pure. E giustamente.

5 – Gli evoluzionisti, il cui stato prevalente riguarda la concezione del nostro essere “mille anni avanti a loro, come cultura, società e costumi“. Da un lato forniscono una giustificazioni alle azioni terroristiche con la loro “arretratezza sociale“, dall’altro concludono che proprio a causa di questa arretratezza “questa gente” non merita di vivere dalla nostra stessa parte del mondo: dovrebbero restare a casa loro finché non si evolvono (un po’ come i pokemon, giusto per restare in tema di costumi che portano ad una innegabile evoluzione della nostra società).

6 – Gli isolazionisti, il cui desiderio principale consiste nel costruire nuovi muri, chiudere le frontiere e fare in modo che “ognuno resti a casa propria“, incapaci di comprendere che i terroristi sono già in casa propria, in Francia come da noi. Certo, se tutti in Europa chiudessero le frontiere, i problemi si riverserebbero su chi non le può chiudere, avendo un territorio con migliaia di chilometri di incontrollabile mare. E… no, per quanto alcuni possano trovarlo un’attività divertente, quasi sportiva, non puoi sparare in acque internazionali alla prima barca piena di gente che vedi.

7 – Gli esperti amatoriali di politica internazionale, che attraverso commenti spaventosamente lunghi, spiegano con tutti i paroloni di loro conoscenza come il terrorismo islamico sia conseguenza diretta di una decisione politica presa secoli prima in un continente diverso e, snocciolando uno alla volta tutti gli episodi che hanno segnato l’evoluzione storico-culturale dal loro punto di partenza fino ad oggi, concludono il tutto con un “Cosa vogliamo adesso? Sono le conseguenze delle azioni del passato“. Risultato encomiabile, se non fosse per l’impossibilità di trovarne, su centinaia di stati simili, due che partano dalla stessa ipotesi e giungano alla medesima conclusione.

8 – I comprensivi, che dopo una rigorosa premessa nella quale condannano formalmente ogni atto di violenza, allo scopo di salvare la propria anima da ciò che stanno per affermare, subito dopo la giustificano affermando che ne capiscono le ragioni, magari dicendo apertamente “Se fossi un siriano cui hanno bombardato la famiglia, anche io non la prenderei bene e cercherei vendetta“. Certo, pure abbastanza probabile in alcuni casi. Il passo successivo sarà la giustificazione formale dell’antica “Legge del taglione

9 – I protagonisti, che cercano il “Like” anche e soprattutto durante tragedie come queste e, pur non pubblicando status propri, diventano onnipresenti nelle pagine dei media di informazione distribuendo il proprio pensiero alla comunità tramite i commenti, tipicamente il sempreverde “bombardiamoli“, dei quali in nove virgola novantanove casi su dieci, non ne sente assolutamente la necessità.

10 – Gli strateghi, che propongono al mondo la loro soluzione definitiva alla crisi del terrorismo e, già che ci siamo, la loro personale ricetta per la pace nel mondo. Certo, molto spesso queste soluzioni comprendono un graduale disimpegno delle attività occidentali nelle zone di guerra sul campo, nella speranza che la rabbia dei terroristi si plachi con il passare del tempo (concentrandosi sulla popolazione locale). L’obiettivo finale, quindi,  si adatta velocemente ad un “Pace a casa nostra e a casa loro facciano quello che ca**o gli pare… che si ammazzino pure, tanto a me non me ne frega niente, così stasera posso vedere la replica di “Ciao Darwin” senza bisogno di impegnare in altro la mia coscienza civile.

11 – Gli ultrà, che inneggiano a chiunque abbia portato o voglia portare un’offensiva militare nei confronti del nemico. Il tono dei messaggi è standardizzato su “Putin è il Mio Presidente” o altri segni di ammirazione. Certo, con ogni probabilità saranno i primi a dire “Chi ce lo ha fatto fare?” nel caso in cui si decidesse di intervenire militarmente e dovessero arrivare le prime rappresaglie nel nostro paese. La speranza degli ultrà, in questo caso, è riposta anche nell’intervento risolutivo dei cinesi e dei loro ingenti capitali.

12 – I saccenti, che non possono esimersi dal dire ” io sapevo già che prima o poi sarebbe successo di nuovo…”. Divertenti come una lucertola ubriaca dentro la maglia della salute, farebbero meglio a mettere le loro arti divinatorie al servizio dell’ intelligence internazionale piuttosto che utilizzarle per dispensare banali e lapalissiane verità.

Forse,

in un momento storico in cui tutti sentono il bisogno di comunicare qualcosa,

sarebbe meglio stare zitti.

Commenti

  1. kasabake

    Perfetto, impeccabile, soave.
    E’ un post, questo tuo, a cui bisognerebbe applaudire fino a spellarsi le mani, qualcosa che dovrebbe essere declamato a reti unificate (tutte, compresa la rete per antonomasia).
    Hai scritto parole meravigliosamente coeve, coerente, intelligenti, dense di una sottile satira di costume che stempera l’altrimenti depressiva considerazione dello squallore imperante.
    Un articolo su cui non esiterei a mettere la firma.
    In un momento di smarrimento generale e persino nell’imbarazzo a postare qualcosa di divertente, questo è l’unico post che salvo di tutti quelli letti in questi giorni su WP ed altre piattaforme.
    Se portassi il cappello, me lo toglierei e chinerei il capo in segno di riverenza e rispetto.

    1. Autore
      del Post
  2. Pingback: Help me, Obi-Wan. You’re my only hope! | kasabake

  3. cerezo

    A mio modesto avviso manca solo il “vero” colpevole di tutto ciò, l’assassino che in genere si scopre all’ultima pagina di un ottimo libro giallo, ma forse questo non è un ottimo libro giallo visto che il colpevole lo si è capito a pagina due: il governo americano. Che con le sue ambizioni imperialiste e di conquista, immaginando il mondo come una versione allargata del Risiko, ha trascinato nello sconforto e nella disperazione tutti quelli che, più o meno “volontariamente”, gli sono andati dietro.
    Detto ciò, nessuna pietà per chi uccide in quel barbaro modo.

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