Il Prof Emigrante – Le trappole immobiliari e quel sofferto “provo pena per te!” (dal Day 31 al Day 39)

Day 34

Closing

04/10/2016

La nostra vita è fatta di fasi, periodi particolari comuni a tutti perché accomunati da una situazione contingente (la scuola elementare o il periodo universitario), dallo sbocciare temporaneo di una passione per le attività più disparate (dal club dell’uncinetto agonistico alla pratica di parapendio nella propria stanza da ragazzi), dalla compagnia di vita che il destino sceglie per ognuno di noi (il periodo in cui stavi con Samantha, quello in cui stavi con Ettore, quello in cui frequentavi sia Samantha che Ettore, quello in cui alla fine ti sei accorto che Samantha in realtà era Ettore) (Prof. Emigrante LGBT Friendly).

Ogni fase della vita può durare anni, come una settimana. Ma tutto, ahimè ha una fine (compresa la super fase chiamata vita, ahimè-bis)(lo sapevate, vero? Non credo sia uno spoiler).

Oggi per me se ne stanno chiudendo alcune.

La casa, innanzitutto. Si contendono la scelta finale la volpe, di cui vi ho parlato nel Day 32 e il mangiamorte, new entry di stamattina. Domani sceglierò definitivamente, ma due righe su quest’ultimo individuo vanno spese. Mi affido direttamente alle sue parole, omettendo di commentare ulteriormente.

“Con questa casa ho fatto una scommessa ad Aprile. Ho acquistato la nuda proprietà, quindi dovevo aspettare che la vecchia che ci abitava morisse. Aveva 95 anni e si sentiva che ne avrebbe fatti altrettanti. Si muoveva in casa come un furetto. Ma io la so lunga. L’ho guardata bene. Infatti, mi è schiattata ad Agosto e ora sono qui che parlo FELICEMENTE con Lei”.

I colleghi, in riunione, guardano ammirati il proprietario di casa mentre ride della morte della vecchietta

Non aggiungo altro. La casa si porta ancora l’età della signora dappresso (mobili vecchi, un po’ di odore di vita vissuta, il fantasma della stessa che si metterà a parlarmi la sera dicendo peste e corna del nuovo proprietario) ma è al decimo piano ed ha un panorama sulle Alpi a 180° che ti toglie il fiato. Domani sera saprete.

Il secondo closing riguarda le 60 puntate del “Trono di Spade” che mi hanno tenuto compagnia, soprattutto la notte, in questo inizio di vita da emigrante. Sei stagioni in 3 settimane. Se ne sarete interessati, leggerete presto cosa ne penso su Back to the blog (e se pensate che già qui mi dilungo troppo sulle cose, lì vedrete uscire il peggio di me).

Questa serie TV, per quanto non riesca a considerarla fra le mie preferite, è stata sempre presente, aperta in finestra  o a schermo intero, ogni giorno. Ieri ho sentito una bambina che canticchiava la musica della sigla uscendo dal palazzo, facendomi assalire dai dubbi sulla sostenibilità sociale del volume a cui l’ho sentita, soprattutto di notte, e sulla reale consistenza delle pareti di questo appartamento.

Ma ci sta, in fondo è una forma di vendetta. Lo scarico del piano di sopra sembra il verso di un drago e ogni volta che si chiude il portone del palazzo salto in aria come se fossi nelle terre in cui si combatte la guerra dei cinque re.

“Una ragazza vuole che il prof emigrante rientri a casa. Una ragazza non può far nulla affinché il prof emigrante rientri presto a casa. Una ragazza può soltanto pensare a seguire il blog con passione e imparare arte di scrivere ca**ate da altro Uomo Senza Volto”. Arya Stark di Grande Inverno, settima stagione.

Infine, si sta chiudendo la fase dell’ambientamento a scuola. Conosco i ragazzi (ne ho circa 120, distribuiti in 6 classi), inizio a chiamarli per nome, mi sono ben integrato con i colleghi (persino quelli “compassionevoli”)… insomma tutto procede per il verso giusto. Tranne, ovviamente, il fatto che la regione in cui si trova questo “tutto” è lontanissima da quella in cui vive ogni giorno il mio vero “Tutto”… Ma non posso farci nulla., nè, per l’appunto, tutto. Così è (se vi pare…)

Il prof. emigrante
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Note

1) Rischiava di esserci il closing definitivo della mia vita, dopo cena. In 10 minuti la mia faccia è diventata rosso fuoco, in una forma di allergia a qualcosa (probabilmente la buccia di una pesca) (peraltro totalmente insapore) (la polpa, non la buccia) ed ho iniziato involontariamente a grattarmi. Ora (un’ora dopo) sembra tutto rientrato.

2) Per la prima volta ho visto i posteggiatori abusivi anche qui, vicino ad un ospedale. Non c’è pace per l’Italia meridionale: dopo la fuga dei cervelli, abbiamo anche la fuga dei marsupi.


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