The Witcher III – Wild Hunt (Videogioco)

(giocato da Giugno a Luglio 2015 nei ritagli di tempo, ovvero nelle ore sottratte al sonno)


Non ho competenza degli aspetti tecnici, pertanto mi limito a parlare dell’esperienza di gioco e delle emozioni che mi ha trasmesso in questi due mesi.

Partiamo da lui, Geralt di Rivia, il tuo personaggio. Un tizio strafigo con il quale nella vita reale avresti voglia di passarci meno tempo possibile, e per molteplici ragioni.

Geralt in versione “occhidacerbiatto”

 

  1. In primis è un Witcher, un professionista affermato nel ramo dello sterminio di mostri, riconosciuto e temuto. Quindi se va bene, il primo saluto che il mondo ti rivolge è “va via, non vogliamo quelli come te!“, se va male e sono pure mediamente idioti, ti insultano e attaccano, andando incontro a spiacevoli conseguenze. Va inoltre detto che non si tratta di mostri qualunque… ma realmente roba di ogni tipo: si comincia da un semplice grifone e si finisce per lottare contro vampiri, ghoul, licantropi, creature demoniache e persino sirene talmente brutte da cancellare istantaneamente il ricordo di Ariel e della sua forchetta fra i capelli. Che poi, infine, sia il male in persona, la Caccia Selvaggia, l’antagonista principale non aiuta. La presenza di tutto questo campionario degli orrori è sufficiente per farti girare al largo: anche in un tranquillo pomeriggio davanti al caminetto, può saltare fuori un mutante a rovinare la festa.
    Un demonio, esempio classico di bestia triocchiuta che ti rende il pomeriggio difficile

2. Seconda cosa, è maledettamente bello e carismatico. Nella storia del videogioco è stato continuamente conteso fra la sua compagna attuale Yennefer e la sua ex compagna Triss. Ma senza dimenticare la maga Keira e praticamente tutte le donne presenti nell’intero mondo di gioco. Lui di suo non si risparmia, in quanto flirterebbe anche con una gatta purchè sia femminuccia. Non credo comunque che girare in sua compagnia vi porterà esternalità positive, il confronto è impietoso.

Yennefer Venderberg, la classica ragazza della porta accanto. Chi di noi aprendo le porte di casa sua al mattino non ne vede una così?

Triss Merigold, determinata, maliziosa e… da non portare alle feste perchè regge abbastanza male l’alcool

3. E’ bravo a Gwent (un cervellotico gioco di carte militari), bravissimo a cavallo, meraviglioso a pugilato. Quindi, no, non potete ammazzare il tempo giocando o sfidandolo in qualche modo. E se pensate di buttarla sull’intelligenza… niente da fare, il tizio è pure preparato bene, alla scuola dei witcher erano solo in 3+1.

4. Dimenticavo… è ultracentenario, ha i sensi potenziati ed è in grado di fare qualche piccola magia. In pratica un superuomo.

Nonostante tutto, però lo prenderete in simpatia, perchè la sua è una missione nobile: cercare e proteggere la sua piccola figlia adottiva, Ciri, – inizialmente una bambina simpatica e ribelle che durante l’evoluzione della storia si trasformerà in una giovane donna coraggiosa – dotata del sangue ancestrale e quindi unica a poter fermare il grande gelo che minaccia l’intera territorio in cui si svolge la vicenda.

Cirilla, “Zirael” in elfico che significa “rondine”. probabilmente la vera protagonista. “Tu stai lì buona che ai cattivi ci pensiamo noi” “Si, Geralt, certo…” e, naturalmente, pochi istanti dopo chi credete ci sarà in prima linea?

 

L’ambientazione è un’altro dei punti di forza. Le terre paludose di Velen, nelle quali si fa fatica a dimenticare l’estrema bruttezza delle streghe della palude del gobbo, una delle quali rappresentata con un cestino di vimini al posto della faccia;

la megera Brewess, un donnone niente male.

 

La città di Novigrad, potente ed altezzosa, comprensiva di teatri, banche e… case di appuntamento in cui, ammettilo, hai fatto più di un salto anche tu che stai leggendo con aria da santerellino;

panorama di Novigrad, a nice place to live

le isole Skellige, con panorami da togliere il fiato, druidi e sacerdotesse, mari da esplorare e tesori sottomarini da recuperare (stavolta davvero troppi per perderci intere giornate a prenderli tutti).

Skellige Islands: avrei potuto mettere decine e decine di altre immagini. Un posto meraviglioso. Se non ti trovano e ti sacrificano all’altare della dea madre.

 

Ciò che lascia veramente un bel ricordo è che l’intero impianto del gioco è funzione diretta delle scelte del protagonista: il subplot della guerra in corso fra Nilfgaardiani e Novigrad, le stesse relazioni sentimentali (con il rischio di finire vergognosamente legato ad un letto se hai fatto troppo il farfallone con Yennefer e Triss), l’aiuto degli amici nelle battaglie decisive ed il finale vero e proprio dell’intera trilogia.

I piedi di Geralt ignorano ancora che quelle due gli hanno preparato uno scherzetto niente male

Tutto può essere deciso dal modo con cui si affronta una conversazione – i dialoghi sono sempre molto accattivanti e Geralt mostra (motivo n.5 per non andare in giro con lui) un brillante umorismo –  da un piccolo gesto (MINI-SPOILER: sfasciare insieme a Ciri il laboratorio di Avallac’h non ha prezzo. Sembra una cosa sciocca, ma sarà importantissimo nel raggiungere un finale “migliore”).

Notevole, inoltre, è l’impatto dei personaggi secondari: da Dandelion, cantastorie sciupafemmine che si innamora di Priscilla nonostante si sia promesso a decine di donne, agli altri Witcher come “Zio” Vesemir, il maestro di Geralt, saggio e scorbutico al punto giusto, al nano Zoltan, fidato amico dalla risata facile quanto il vizio del gioco.


In conclusione, dopo quasi un mese di notti di gioco, mi ritengo molto soddisfatto e la valutazione complessiva, nonostante le somiglianze con Skyrim completato un anno e mezzo prima, è addirittura superiore a quest’ultimo. Merito di una storia davvero avvincente, di una ambientazione bella e varia, di un empatia immediatamente sviluppata con tutti i personaggi e della possibilità di realizzare il tuo personale percorso.

Voto complessivo: 9

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